Quando raccogliere i frutti del leccio: ecco il periodo ideale

Il leccio, scientificamente chiamato Quercus ilex, è un albero sempreverde che rappresenta uno dei simboli più iconici della macchia mediterranea. La sua resistenza alla siccità e al caldo lo rende un protagonista indiscusso dei paesaggi costieri e collinari di molte regioni del bacino del Mediterraneo. Il leccio è spesso associato a simboli di forza, longevità e saggezza.

Caratteristiche principali del leccio

Il leccio è caratterizzato da foglie coriacee, di forma ovale o ellittica, con il margine dentato o spinoso nelle piante giovani.

I frutti del leccio sono le famose ghiande, ovali e di colore marrone scuro. Sono avvolte da una cupola squamosa e contengono un seme ricco di sostanze nutritive.

La corteccia del leccio è di colore grigio scuro e presenta profonde fessure longitudinali.

Le radici sono molto sviluppate, e ciò gli permette di ancorarsi saldamente al terreno e di resistere al vento.

Inoltre, il leccio svolge un ruolo fondamentale nell’ecosistema mediterraneo: le sue dense chiome offrono riparo e cibo a numerose specie di uccelli e insetti, mentre le ghiande sono una preziosa fonte di nutrimento per molti animali selvatici, come cinghiali, scoiattoli e uccelli. Inoltre, le leccete contribuiscono a prevenire l’erosione del suolo e a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Utilizzi del leccio

Il leccio è stato a lungo utilizzato dall’uomo per diversi scopi.

Per realizzare mobili, attrezzi agricoli e carbone, si utilizza spesso il legno di leccio, che risulta essere molto duro e resistente.

In passato, le foglie e la corteccia del leccio venivano utilizzate per preparare decotti e infusi con proprietà astringenti e antisettiche.

Inoltre, grazie alla sua bellezza e alla sua resistenza, il leccio è ampiamente utilizzato come pianta ornamentale in parchi e giardini.

Il frutto del leccio: le ghiande

La ghianda matura può essere riconosciuta da diversi elementi. Una volta mature, le ghiande sono di marrone scuro, quasi nero, e al tatto sono dure e compatte. Il peduncolo che le unisce al ramo è secco e di colore marrone. Inoltre, la cupola che avvolge parzialmente la ghianda è ben aderente e presenta squame ben definite.

Le ghiande possono avere molteplici funzioni: possono essere cibo per animali selvatici, come cinghiali, scoiattoli e uccelli. Inoltre, possono essere utilizzate anche per far crescere nuove piante di leccio.

Dopo un adeguato trattamento per eliminare le sostanze amare, le ghiande possono essere consumate anche dall’uomo, trasformate in farina o utilizzate come ingrediente per la preparazione di altri alimenti.

Quando raccogliere le ghiande?

Il periodo ideale per la raccolta delle ghiande varia leggermente a seconda delle condizioni climatiche e della zona geografica, ma in generale si colloca tra ottobre e dicembre. È proprio in questo periodo che le ghiande raggiungono la loro piena maturazione, assumendo una colorazione marrone scuro e cadendo spontaneamente dall’albero.

Per raccogliere le ghiande è sufficiente un sacchetto o un cesto, dunque cerca le ghiande sotto gli alberi di leccio, preferibilmente in zone non troppo frequentate da animali.

Le ghiande appena raccolte vanno conservate in luogo fresco e asciutto, possibilmente all’interno di un sacchetto di carta. Prima di utilizzarle, leva il guscio e la cupoletta dalla ghianda. A questo punto, le ghiande possono essere essiccate e macinate per ottenere una farina che può essere utilizzata per preparare pane, dolci o altri alimenti.

Prima di raccogliere le ghiande, assicurati di avere i permessi necessari, soprattutto se intendi farlo in aree protette o private.

Inoltre, alcune ghiande possono contenere sostanze amare e tannini che possono causare disturbi gastrointestinali se consumate crude e in grandi quantità. È quindi fondamentale sottoporle a un adeguato trattamento prima di consumarle.

La raccolta e l’utilizzo dei frutti del leccio, le ghiande, possono essere un’attività divertente e istruttiva, ma è importante rispettare l’ambiente e le normative vigenti.

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